Poteva essere un ritratto agiografico di uno dei maggiori cantautori italiani, poteva essere una nostalgica commemorazione di un grande artista che ci ha lasciato troppo presto, poteva essere un pretesto per un carrellata dei più grandi successi di Lucio Dalla. E invece non è niente di tutto questo. E’ un personalissimo atto d’amore, una testimonianza anche degli aspetti meno conosciuti, delle canzoni meno note, uno scavo nella storia soprattutto del primo Lucio Dalla. Quando era ancora un ragazzo timido e goffo che le provava tutte pur sfondare, anche una comparsata allo Zecchino d’oro con la sua mamma, quando non era più un bambino. Scopriamo la storia degli albori, quando aveva difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena e perfino a mettersi ogni notte un tetto sulla testa. Scopriamo tante canzoni che non hanno scalato le classifiche ma dense di storie e di idee.
Ma questo film è ancora molto altro. E’ un racconto sorprendente che dribbla ogni ovvietà, che scavalca ogni aspettativa. E’ una costruzione originalissima che sfrutta in modo sorprendente gli archivi audiovisivi, tira fuori interviste vere, come si usava fare talvolta negli anni 70 ai cantanti emergenti con risposte crude e vere che neppure il più sprovveduto trapper di ogni si sognerebbe di dare, pezzi rari di TV in cui Dalla attacca Craxi sulla questione degli euro-missili, dandogli del tu. E’ la scelta di una voce narrante “ingenua”, quella del suo manager Tobia Righi, a cui viene affiancata quella spregiudicata di Stefano Bonaga, che davanti ad un piatto di tagliatelle vanno a ricostruire i chiaroscuri e la poetica del cantante, dal rapporto con il poeta Roversi fino a diventare autore delle sue canzoni.
E poi c’è la musica, tante canzoni degli esordi che si impastano con i rari repertori a costruire una trama che crea un immaginario, un percorso poetico che tenuto insieme anche con una scelta fotografica piuttosto estrema in cui le immagini sono “sporcate” e consumate fino a rendere solo ricordi, suggestioni, emozioni.
E infine il coraggio di chiudere il film prima che Dalla diventi il grande Dalla ma anche il Dalla più commerciale e forse anche quello meno ispirato. Insomma un film personale e straordinario. Una sorpresa e una rarità.